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FAN - Diffusione della cultura Liberty ed Art Nouveau
IL FASCINO TERMALE NEL PRIMO ‘900

Il Padiglione delle Feste e del Divertimento a Castrocaro Terme

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Il fascino e il linguaggio che hanno caratterizzato la produzione artistica italiana ed europea negli anni Venti e Trenta per tutti corrisponde alla definizione Art Déco. La relazione con il Liberty, che lo precede cronologicamente, fu dapprima di continuità, poi di superamento, fino alla contrapposizione: ecco la differenza tra l’idealismo dell’Art Nouveau e il razionalismo del Déco. Il gusto Déco, stile che si impadronì delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi, trattò anche la produzione delle arti decorative, ceramiche, tessuti, moda, automobili, pubblicità.
 
Castrocaro, il complesso Termale, il grande albergo e il Padiglione delle Feste e dei divertimenti, costruiti proprio in quei anni, rappresentano un prezioso esempio di Art Déco italiano, dove l’opera di Tito Chini, pittore, scenografo e architetto vissuto all’ombra della famiglia e del cugino più celebre Galileo Chini, artefice delle decorazioni delle Terme di Salsomaggiore, dimostrò tutto il suo talento.
Tito, che dal 1925 era diventato direttore artistico della manifattura, ebbe la sua occasione con le Terme di Castrocaro. Un incarico ideale. Realizzare un’opera d’arte con l’appoggio di Mussolini e della Città di Castrocaro. Egli cercò di realizzare il sogno di tutti gli artisti dell’epoca: un’opera d’arte totale nella quale si fondono architettura, pittura, scultura, artigianato e scenografia. Un capolavoro per la straordinaria abilità di Chini di saper lavorare sfruttando la luce e le aperture della costruzione al paesaggio. Tra le decorazioni, immagini che alludono agli oceani, allo zodiaco e alle fantasiose figure delle carte da gioco, eseguite dai migliori artigiani e artisti dell’epoca, tra cui Venini.
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Nell’ingresso, immerso in un’esplosione di luce, il motivo del cerchio si perpetua dal disegno del pavimento fino al soffitto che si chiude a sua volta in una leggera cupola attraverso tre fasce concentriche circondate da altrettanti cerchi di luce che ravvivano l’elegante contrasto dei toni del bianco e dell’oro delle costellazioni e dei segni zodiacali.

Il grande pannello ceramico circolare del pavimento è contornato da fasce di marmo che portano il tema dell’anfora. Ai lati dell’ingresso due disimpegni che hanno la preziosità di due scrigni racchiusi da pareti dorate. Al piano terra il bar ornato un tempo da un pannello raffigurante la vendemmia e le gioie della campagna. A lato del bar la sala da fumo con temi decorativi allusivi e scherzosi all’amore e al piacere. La sala accanto è quella della lettura con paesaggi campestri e le decorazioni nel soffitto. Per ultima la sala da gioco che chiude la sequenza degli ambienti di svago e di riposo. Tito Chini propose lungo l’intera superficie di tre pareti il tema delle carte da gioco. Sul lato opposto del grande atrio di ingresso è collocata invece la sala biliardo.

Oggi il Padiglione delle Feste è uno spazio culturale che spesso ospita mostre. Nei periodi in cui non ci sono manifestazioni può essere visitato. Immerso nel verde del parco, può ospitare sino a 400 posti a sedere.
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